Di: Carlo Merolli
Posso confermare. Per quello che conosco dei mercati nordici ed anglosassoni qui in Europa, la DOCG é la carta vincente non giuocata del PR vinicolo italiano. Questi mercati sono abituati a credere...
View ArticleDi: Lizzy
Da questa analisi risulta insomma come all’estero danno molta importanza a fattori che invece noi in Italia critichiamo sempre di più, e sempre più ferocemente. Evidentemente, qualcuno si sta...
View ArticleDi: Carlo Merolli
@Lizzy: credo che la domanda sia retorica. Rispondo comunque: sbagliamo noi. Sul mercato estero ti presenti con le etichette e le credenziali che tu stesso (produttore, Stato) hai scelto e fornisci i...
View ArticleDi: bacca
Ciao Lizzy e Carlo, credo che in un mondo razionale un vino classificato DOCG debba rappresentare una garanzia di qualita’ di coltivazione e produzione di un vino, di provenienza del prodotto e via...
View ArticleDi: Spunti per le rp.. | Le pubbliche relazioni del vino
[...] Baccaglio, ai primi di Gennaio, ha pubblicato un interessante post sulla reputazione del vino, partendo dalla recente pubblicazione del working paper su AAWE di Stefano Castriota e Marco [...]
View ArticleDi: Cascina Tollu
Mai come in questi giorni sento riecheggiare le parole che da anni sento ripetere dai miei colleghi vignaioli produttori di vino. Perchè tutto questo è così? Semplice, perchè ci sono sufficienti...
View ArticleDi: I numeri del vino » Blog Archive » Il vino laziale, un patrimonio da...
[...] un commento dei loro studi sulla reputazione che hanno avuto come oggetto il mondo del vino (gennaio e dicembre 2009). Buona lettura e, soprattutto, buon dibattito. Marco [...]
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